Uno sguardo in S. Agostino
In questi giorni ho trovato aperta al pubblico la secolare chiesa di Santo Stefano degli Agostiniani, che noi empolesi chiamiamo…
In questi giorni ho trovato aperta al pubblico la secolare chiesa di Santo Stefano degli Agostiniani, che noi empolesi chiamiamo…
Fondo Caponi, Empoli, Volume 1 pagina 10: vedute di Piazza dei Leoni, Canto Guelfo e Via Salvagnoli. Indice: Foto n. 1…
Una vista mozzafiato, quella che vorrei rivedere assieme ai cittadini empolesi una volta ricostruito il secolare campanile del convento di…
Spesso, avvicinandosi le date della liberazione dei vari paesi e città d’Italia, ci sono contrasti su coloro che effettivamente scacciarono le truppe tedesche dai centri abitati. Nella vulgata tradizionale sono quasi sempre gli americani coloro i quali fecero scappare a gambe levate i soldati di Hitler. Nella realtà dei fatti, a parte che molte poche volte i militari delle divisioni di Kesselring se ne andarono di volata, gli statunitensi non furono onnipresenti e divisero l’onore, e l’onere, di aver combattuto in Italia con soldati di altre nazioni alcune anche molto lontane geograficamente dai luoghi che contribuirono a far tornare alla normalità della pace. Per quanto riguarda Empoli, sappiamo che agirono nella zona truppe indiane, inglesi, americane, sudafricane, canadesi. Ma chi materialmente conquistò la città furono i Kiwis, ovvero i soldati dei battaglioni della 2. Divisione Neozelandese comandata da sir Bernard Freyberg. Strani soldati i neozelandesi. Amavano il saccheggio, specie nei negozi di cappelli civili. A Tavarnelle Val di Pesa rubarono un intero magazzino di fisarmoniche che dovettero abbandonare poco dopo. A San Casciano Val di Pesa si impadronirono della cassaforte di una banca a colpi di mine. Ma erano anche i soldati che avevano combattuto strada per strada nelle macerie di Cassino e sulle pendici del Monte dell’Abbazia. Quando gli indiani e i canadesi arrivarono in vista di Empoli dalle colline di Cerbaiola, la città chiusa nelle vie del Giro, Monte Albano alle spalle gli ricordarono la cittadina laziale che era costata tanti morti. Non vi entrarono ma l’aggirarono da ovest e da est, dalla Bastia e Osteria Bianca e da Fibbiana. I Kiwis no: Erano abituati a combattere tra le strade, le macerie, le case e penetrarono in centro a Empoli. Combatterono per tre giorni e, alla fine, ripulirono il centro spingendosi fino all’Arno. Tra di loro un battaglione aveva un che di esotico: il 28° Maori che colpì la fantasia di Luigi Testaferrata il quale lo ricordò nel suo romanzo “I cenci e la vittoria”. Non hanno mai avuto riconoscimenti ufficiali da parte delle amministrazioni comunali cittadine i ragazzi della Nuova Zelanda per quello che fecero nell’agosto 1944. Il Comune di Tavarnelle Val di Pesa, per iniziativa dell’ex sindaco Stefano Fusi, oggi membro del Consiglio Provinciale, gli ha dedicato cerimonie al Cimitero del Commonwealth ai Falciani di Firenze, dove sono sepolti i caduti neozelandesi assieme ad altri di diverse nazioni, due libri di cui uno tradotto anche in inglese e pubblicato in Nuova Zelanda e un monumento nel centro della città dove sono riportati i nomi dei soldati di Freyberg deceduti nella liberazione del territorio comunale. Il Comune di Scandicci patrocinò, assieme all’Associazione Combattenti della città, un monumento-ricordo in località San Michele a Torri, dove si è combattuta una delle più aspre battaglie della seconda guerra mondiale in Toscana, con una iscrizione in tre lingue, italiano, inglese e maori.
PROSEGUE LA CAMMINATA sulle Mura d'Empoli della ultima (forse terza ?) Cerchia medioevale. Siamo nello spazio che fino al Settecento era…
Fondo Caponi, Empoli, Volume 1 pagina 9: vedute di S. Agostino, via del Giglio, la clinica e la sala maggiore…
Fondo Caponi, Empoli, Volume 1 pagina 8: le principali strade di accesso ad Empoli Indice: Foto n. 1 - via…
Fondo Caponi, Empoli, Volume 1 pagina 7: Le Mura, i ponti sull'Orme e il Piaggione Indice: Foto n. 1…
Riporto un vecchio aneddoto empolese, forse diceria, forse e probabilmente accaduto, e che nel tempo si è tramandato con un detto empolese noto come "Che c'entra il culo con le quarant'ore?".
Dopo il grande successo di un mese fa, si replica a grande richiesta il simpatico appuntamento in vernacolo empolese “E…il tempo continua a passare”, al Teatro “il Momento” di Via del Giglio – Empoli, ingresso dalla galleria San Paolo. Sarà svolto il Sabato 31 marzo alle 21.15 e domenica 1 aprile alle 17.00 a cura dei “ragazzi di Via XX Settembre”.
L’intero ricavato andrà in beneficenza, affrettatevi a prenotare i biglietti chiamando il 347/1444301 339/3400110 335/8059445
Fondo Caponi, Empoli, Volume 1 pagina 6: vedute di Piazza dei Leoni, Palazzo Ghibellino e Via del Giglio. Indice: …
Fondo Caponi, Empoli, Volume 1 pagina 5: Piazza Vittorio Emanuele II° oggi Piazza della Vittoria Indice: Foto n. 1 - Piazza…
Cristo, entrato a dorso d'asino in quel di Gerusalemme dette via alla sua missione sociale cacciando a nerbate i mercanti…
Fondo Caponi, Empoli, Volume 1 pagina 4: la stazione ferroviaria, i binari, i treni. Indice: Foto n. 1 - Stazione ferroviaria,…
Fondo Caponi, Empoli, Volume 1 pagina 3: Via Chiara e le Ville extraurbane Indice: Foto n. 1 - Via Chiara incrocio…
Fondo Caponi, Empoli, Volume 1 pagina 2: Piazza Vittorio Emanuele II° (oggi Piazza della Vittoria), Piazza Guido Guerra (detto il…
Continuiamo la passeggiata lungo le mura d’Empoli. Adesso osserviamo questa corte tergale, a servizio di un nuovo bar ristorante, “L’orto”, che da qualche giorno ha aperto l’attività al posto del “Gori Fiori” in Via Roma. Il titolare, gentilissimo, ci ha invitato a visitare il retro.
Davvero una bella cornice, l’unico tratto delle ultime mura medioevali (III° cerchia ?) ad essere dotato dei becattelli in pietra e con il terrazzamento arcuato. Forniamo due foto, diurna e notturna per notare il bell’effetto. Ma a breve faremo la recensione di questo nuovo locale illustrandovi gli interni e le specialità culinarie.
Ecco a voi una foto che in molti avranno visto, si tratta del bastione tondo di Tramontana, lungo il tratto…
Da qualche giorno leggo dalla stampa pubblica che il Centro Storico di Empoli (o quel poco che ormai resta) nella parte del “Giro d’Empoli” è divenuto area pedonale, ma sarebbe opportuno definirla area “esclusivamente” pedonale visto che non è più consentito neppure circolare in bicicletta; considerato che in quasi tutte le grandi capitali del mondo nelle aree pedonali è consentito (è incentivato) l’uso delle biciclette, ritengo che tale scelta provocherà solo disagi per i residenti del C.S. e di riflesso, anche per quelle coraggiose (oppure ostinate?) attività commerciali che resistono, anche se la moria prosegue ancora.
S’era al mare, giovani e forti, con una “barchina” che a noi sembrava un transatlantico. L’aveva costruita zio Angiolino dei “Cantieri Picchiotti”, mica si scherza.