______________ Scriveva Libertario Guerrini nel suo libro: Il 22 gennaio ( 1944 n.d.a.) alle 23,15 altri 8 vetrai morivano e 11 rimanevano feriti intorno al forno della vetreria Taddei, colpito da una bomba probabilmente sganciata da un aereo tedesco. [1]…
C'era una volta una città dove, da quando è stato inventato il velocipede, ha sempre visto nel mezzo a due ruote un veicolo di trasporto e di divertimento. Poi, questo mezzo, è stato adottato in tante città di pianura europee…
Ho diviso le foto in gruppi e per ognuno abbiamo fatto una ampia didascalia ragionata. Spero che queste immagini, oltre ad essere apprezzate, non certo dal punto di vista strettamente tecnico perché non sono un eccellente fotografo, da un punto…
Spesso, i fatti di cronaca ci riportano di alcuni delitti a cui non si riesce a dare né il movente preciso né si riesce ad assicurare alla giustizia, nonostante il forte impegno degli investigatori e la dovizia di mezzi messa…
Da: Il Segno di Empoli, A. 4, n. 15 (ott. 1991) La storia della guerra, nei secoli, è sempre stata anche storia di uomini in armi. Una delle epoche in cui fu in maggior risalto la figura del condottiero è…
Durante una recente presentazione di un mio volume, da parte di alcune persone del gentile pubblico presente si è equivocato sul fatto che sia il sottoscritto che il presentatore avessero giudicato il feldmaresciallo Albert Kesselring, comandante delle forze tedesche in Italia durante l’ultima guerra, al di là delle sue colpe morali, uno dei generali migliori che ci siano stati sul teatro di guerra della Penisola, assolutamente superiore per visione tattico-strategica ai suoi avversari.
Il generale Mark Clark in Piazza San Pietro a Roma il 5 giugno 1944
Chi scrive si sentì perfino di affermare che, se al posto del comandante della V armata statunitense e del comandante in capite del XV Gruppo di armate alleate in Italia, generale Harold Alexander ci fosse stato Albert il sorridente, come veniva definito dai suoi, la guerra molto probabilmente sarebbe passata dalla Toscana e da Empoli molto più alla svelta. Ovviamente, la storia non si fa con i se ma proviamo a giocare a creare una ucronia in tal senso: al comando delle truppe alleate c’è Kesselring che combatte contro i tedeschi guidati dal duo Alexander/Clark.
Quando, nel lontano 1986, mi presentai a Giuliano Lastraioli con le carte di questa operazione militare tedesca in mano, da quello storico “con la patente” che è, le volle subito pubblicare sul Bullettino Storico Empolese. E così fu. Preceduto da…
Come ogni ultimo lunedì del mese di maggio, si è celebrato al Florence American Cemetery and Memorial dei Falciani il Memorial Day 2012. Giorno dedicato in tutti i cimiteri militari statunitensi del mondo al ricordo dei soldati caduti in guerra…
Bella e significativa la foto, tratta dal Fondo Caponi, pubblicata su Dellastoriadempoli. Un gruppo di Balilla moschettieri (solo perché armati di simulacro di legno del moschetto mod 91 Truppe Speciali e non perché emuli degli eroi di Dumas), che va in su e in giù nella odierna Piazza del Popolo.
Fra le tante incursioni aeree che colpirono la Valdelsa, alcune vennero effettuate dalla famose Flying Fortress B 17. Uno dei Gruppi di bombardieri pesanti più attivi fu il 2nd Bomber Group. Questo reparto era giunto in Italia a fine 1943…
A chi oggi, residente o di veloce passaggio, capiti di attraversare le “frazioni” di Spicchio-Sovigliana del comune di Vinci, non immaginerebbe mai che, solo poco più di quarantacinque anni fa, quel territorio che viene attraversato oggi dal viale intitolato al…
Vi ricordate le quattro foto che la nostra Sandra Picchiotti ci aveva inviato, recuperandole dal suo archivio? Claudio Biscarini, smessi per un attimo i panni di storico militare, si è ricordato d'essere contradaiolo dell'Oca, la contrada pigliatutto chiamata perciò, "l'Infamona",…
L'Istituto Storico Germanico (Deutsches Historiches Institut), con sede a Roma, dopo l'8 settembre 1943, trasferì tutte le sue biblioteche e archivi nel territorio del Reich. Ma i suoi funzionari non smisero di interessarsi alle opere d'arte e alle biblioteche e…
Spesso, avvicinandosi le date della liberazione dei vari paesi e città d’Italia, ci sono contrasti su coloro che effettivamente scacciarono le truppe tedesche dai centri abitati. Nella vulgata tradizionale sono quasi sempre gli americani coloro i quali fecero scappare a gambe levate i soldati di Hitler. Nella realtà dei fatti, a parte che molte poche volte i militari delle divisioni di Kesselring se ne andarono di volata, gli statunitensi non furono onnipresenti e divisero l’onore, e l’onere, di aver combattuto in Italia con soldati di altre nazioni alcune anche molto lontane geograficamente dai luoghi che contribuirono a far tornare alla normalità della pace. Per quanto riguarda Empoli, sappiamo che agirono nella zona truppe indiane, inglesi, americane, sudafricane, canadesi. Ma chi materialmente conquistò la città furono i Kiwis, ovvero i soldati dei battaglioni della 2. Divisione Neozelandese comandata da sir Bernard Freyberg. Strani soldati i neozelandesi. Amavano il saccheggio, specie nei negozi di cappelli civili. A Tavarnelle Val di Pesa rubarono un intero magazzino di fisarmoniche che dovettero abbandonare poco dopo. A San Casciano Val di Pesa si impadronirono della cassaforte di una banca a colpi di mine. Ma erano anche i soldati che avevano combattuto strada per strada nelle macerie di Cassino e sulle pendici del Monte dell’Abbazia. Quando gli indiani e i canadesi arrivarono in vista di Empoli dalle colline di Cerbaiola, la città chiusa nelle vie del Giro, Monte Albano alle spalle gli ricordarono la cittadina laziale che era costata tanti morti. Non vi entrarono ma l’aggirarono da ovest e da est, dalla Bastia e Osteria Bianca e da Fibbiana. I Kiwis no: Erano abituati a combattere tra le strade, le macerie, le case e penetrarono in centro a Empoli. Combatterono per tre giorni e, alla fine, ripulirono il centro spingendosi fino all’Arno. Tra di loro un battaglione aveva un che di esotico: il 28° Maori che colpì la fantasia di Luigi Testaferrata il quale lo ricordò nel suo romanzo “I cenci e la vittoria”. Non hanno mai avuto riconoscimenti ufficiali da parte delle amministrazioni comunali cittadine i ragazzi della Nuova Zelanda per quello che fecero nell’agosto 1944. Il Comune di Tavarnelle Val di Pesa, per iniziativa dell’ex sindaco Stefano Fusi, oggi membro del Consiglio Provinciale, gli ha dedicato cerimonie al Cimitero del Commonwealth ai Falciani di Firenze, dove sono sepolti i caduti neozelandesi assieme ad altri di diverse nazioni, due libri di cui uno tradotto anche in inglese e pubblicato in Nuova Zelanda e un monumento nel centro della città dove sono riportati i nomi dei soldati di Freyberg deceduti nella liberazione del territorio comunale. Il Comune di Scandicci patrocinò, assieme all’Associazione Combattenti della città, un monumento-ricordo in località San Michele a Torri, dove si è combattuta una delle più aspre battaglie della seconda guerra mondiale in Toscana, con una iscrizione in tre lingue, italiano, inglese e maori.
Purtroppo, scrivere di storia comporta di dover conoscere bene i fatti e, soprattutto, non tralasciare la ricerca mentre si deve abbandonare la propaganda. Anche oggi, infatti, ci troviamo a leggere dei testi anche autorevoli dove il pensiero dell'autore è più…
Sul numero 19 dell'ottobre 1992 del Segno di Empoli,[1] avevo commemorato il ritrovamento in Russia della salma dell'ufficiale degli Alpini Alberto Ficini. Concludevo quel breve intervento con queste parole: Abbiamo sentito il dovere di dare queste notizie in onore di…
Avevo giurato a me stesso di non voler vedere mai un campo di concentramento o di sterminio tedesco. Avevo letto troppo sull’universo concentrazionario del Terzo Reich, visto troppe foto di larve umane, letto Levi e Pappalettera, visto troppi documentari di Bergen Belsen e di altri campi e, sinceramente, affacciarsi sempre sull’orlo di quell’abisso non fa bene. Poi, nel 2004, trovandomi in Austria ho deciso di andare a vedere il campo di Mauthausen. L’esperienza è di quelle che lasciano il segno. Durissimo è stato trovare, su un lungo muro a mo’ di monumento, le fotografie dei deportati dell’8 marzo 1944. Vedere il volto di Carlo Castellani che, per anni, avevo visto sul mobile di camera da letto di sua moglie a Fibbiana, mi sconvolse fino alle lacrime e non me ne vergogno. Mauthausen. Una dura fortezza di pietra,su una collina con un cortile che ti leva il fiato. Attorno la dolce campagna austriaca, con diverse case coloniche che già “allora” non potevano non esserci e, in basso, il paesetto. A Mauthausen già erano stati, male, i prigionieri italiani catturati dopo Caporetto. Alcuni ci torneranno da deportati politici ventisette anni dopo, trovando la stessa pietra fredda della costruzione che avevano lasciato ragazzi poco più che ventenni.
Spesso le vicende della vita ci portano a fare degli incontri che, se la storia andasse per il verso, non ci sarebbe modo di avere. E’ quel che accadde durante la seconda guerra mondiale in Italia a un vetraio e…
La mattina del 22 luglio 1944, il posto avanzato d'osservazione, nome in codice White, del III battaglione, 349th US Infantry Regiment, 88th US Infantry Division “Blue Devils”, aveva individuato una postazione di micidiali Machine-Gewehr 34 tedesche proprio sotto la cresta…
I bombardamenti aerei sulla Toscana (1943-1945) Preludio Già poco tempo dopo che Mussolini aveva dichiarato guerra a Francia e Inghilterra, con il famoso discorso del 10 giugno 1940, aerei nemici presero a colpire la Toscana. Il 16 giugno, bombardieri francesi LeO…