Durante la recente presentazione del Fondo Caponi, i familiari ci hanno portato in visione una…
San Mamante a Empoli Vecchio
La chiesa di San Mamante è situata ad Empoli in via S. Mamante, loc. di Empoli vecchio o anche S. Maria.
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La chiesa appare citata in alcuni documenti quali bolle papali ed estimi, dai quali però non emergono dati sostanziali sufficienti per capirne in generis la sua consistenza di ruolo e di manufatto edilizio, salvo la rappresentazione della facciata riportata in una pianta dei Capitani di Parte di fine Cinquecento, in cui è raffigurata con l’aspetto odierno, ovvero edificio a capanna con un’apertura circolare sopra il portone.
Fino a pochi anni fa sulla facciata vi era uno stemma lapideo, trafugato poi come il frammento dell’urna cineraria romana descritta e rappresentata in disegno del tardo Settecento.
Diocesi: Firenze Piviere: S. Andrea di Empoli
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Dove si trova: foto aerea di Google Maps
L’edificio è realizzato con una pianta ad aula unica, in muratura rivestita di intonaci, e la copertura lignea è ad orditura semplice interrotta da una capriata. Esso è dotato di un campanile a vela.
La chiesa nelle mappe del Catasto Leopoldino del 1820 compare correttamente rappresentata, e si riporta un estratto di mappa:
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Fonte cartografica: estratto dal Catasto Generale della Toscana, Comunità di Empoli
Sezione B – Pagnana e Vitiana, Foglio 2 di 2 – ASFi, Catasto Generale Toscano,
Catasto Leopoldino Comunità di Empoli – tratta dal sito web del“Progetto CASTORE”
Regione Toscana e Archivi di Stato Toscani – Per g.c. Info Crediti e Copyright
ARTE
Al suo interno vi era un altare lapideo su cui vi era allocato un trittico rappresentante la Madonna con bambino tra i Santi Antonio Abate, Caterina d’Alessandria, Giovanni Battista e Girolamo, attualmente collocato nel museo della Collegiata[1] e ivi trasportato nel secolo XIX.
L’opera, secondo un noto studioso, potrebbe essere validamente attribuita ad Agnolo Gaddi, uno dei migliori “continuatori” del giottismo, e probabilmente eseguito nella seconda metà del Trecento, tenuto conto della cromia della tavola.[2]
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Sulla parete retrostante all’altare vi è anche un affresco coi Santi Giuseppe e Mamante in adorazione, opera del pittore fiorentino Giuseppe Romei.[3]
Cronologia dei principali documenti in cui è citata:
1119: citata nell’Istrumento dell’incastellamento di Empoli
1192: citata nella Bolla papale di Celestino III a conferma di possessi e privilegi
1258: citata nella Bolla papale di Alessandro IV a conferma di possesso e privilegi
1276-1277: risulta censita negli estimi delle Rationes Decimarum
1290: risulta citata nell’elenco della Decima relativo al piviere empolese
1302-1303: risulta censita negli estimi delle Rationes Decimarum
1492: donazione al Capitolo di Sant’Andrea
1442: la chiesa fu incorporata[4] alla cura di S. Michele a Empoli vecchio per breve del pontefice Eugenio IV, dato nel dì 9 aprile 1442.
1580/1595: censita e rappresentata nella Pianta dei Capitani di Parte, Popolo di S. Angelo a Empoli vecchio [5]
1596 Luglio 06: Fu sepolto a S. Mamante per la peste Ser Donnino di Maso Aringhieri, prete in Empoli il dì 6 luglio 1596. [6]
1833-1845: ricordata dal Repetti nel suo celebre “Dizionario”
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Note e Riferimenti:
[1] Chiese,cappelle, e oratori del territorio empolese – W.Siemoni, 1997 S. Croce sull’Arno, pagg. 56 e 57; [2] ibidem [3] ibidem [4] Dizionario geografico fisico storico della Toscana – E. Repetti, Tomo II, Firenze 1835 [5] A.S.Fi, Cap. di Parte, Piante, t. 120 II° c. 303 [6] Rubrica n. 420 del testo Vecchie famiglie empolesi nell’inedito zibaldone d’un capitolare: parte 1 di 3, di Ercole Figlinesi.
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