Tavola n° 20 - RISCHIO IDROGEOLOGICO della Tesi "Il sistema collinare empolese". discussa da Carlo Pagliai…
San Mamante a Empoli Vecchio
La chiesa di San Mamante è situata ad Empoli in via S. Mamante, loc. di Empoli vecchio o anche S. Maria.
La chiesa appare citata in alcuni documenti quali bolle papali ed estimi, dai quali però non emergono dati sostanziali sufficienti per capirne in generis la sua consistenza di ruolo e di manufatto edilizio, salvo la rappresentazione della facciata riportata in una pianta dei Capitani di Parte di fine Cinquecento, in cui è raffigurata con l’aspetto odierno, ovvero edificio a capanna con un’apertura circolare sopra il portone.
Fino a pochi anni fa sulla facciata vi era uno stemma lapideo, trafugato poi come il frammento dell’urna cineraria romana descritta e rappresentata in disegno del tardo Settecento.
Diocesi: Firenze Piviere: S. Andrea di Empoli
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Dove si trova: foto aerea di Google Maps
L’edificio è realizzato con una pianta ad aula unica, in muratura rivestita di intonaci, e la copertura lignea è ad orditura semplice interrotta da una capriata. Esso è dotato di un campanile a vela.
La chiesa nelle mappe del Catasto Leopoldino del 1820 compare correttamente rappresentata, e si riporta un estratto di mappa:
Fonte cartografica: estratto dal Catasto Generale della Toscana, Comunità di Empoli
Sezione B – Pagnana e Vitiana, Foglio 2 di 2 – ASFi, Catasto Generale Toscano,
Catasto Leopoldino Comunità di Empoli – tratta dal sito web del“Progetto CASTORE”
Regione Toscana e Archivi di Stato Toscani – Per g.c. Info Crediti e Copyright
ARTE
Al suo interno vi era un altare lapideo su cui vi era allocato un trittico rappresentante la Madonna con bambino tra i Santi Antonio Abate, Caterina d’Alessandria, Giovanni Battista e Girolamo, attualmente collocato nel museo della Collegiata[1] e ivi trasportato nel secolo XIX.
L’opera, secondo un noto studioso, potrebbe essere validamente attribuita ad Agnolo Gaddi, uno dei migliori “continuatori” del giottismo, e probabilmente eseguito nella seconda metà del Trecento, tenuto conto della cromia della tavola.[2]
Sulla parete retrostante all’altare vi è anche un affresco coi Santi Giuseppe e Mamante in adorazione, opera del pittore fiorentino Giuseppe Romei.[3]
Cronologia dei principali documenti in cui è citata:
1119: citata nell’Istrumento dell’incastellamento di Empoli
1192: citata nella Bolla papale di Celestino III a conferma di possessi e privilegi
1258: citata nella Bolla papale di Alessandro IV a conferma di possesso e privilegi
1276-1277: risulta censita negli estimi delle Rationes Decimarum
1290: risulta citata nell’elenco della Decima relativo al piviere empolese
1302-1303: risulta censita negli estimi delle Rationes Decimarum
1492: donazione al Capitolo di Sant’Andrea
1442: la chiesa fu incorporata[4] alla cura di S. Michele a Empoli vecchio per breve del pontefice Eugenio IV, dato nel dì 9 aprile 1442.
1580/1595: censita e rappresentata nella Pianta dei Capitani di Parte, Popolo di S. Angelo a Empoli vecchio [5]
1596 Luglio 06: Fu sepolto a S. Mamante per la peste Ser Donnino di Maso Aringhieri, prete in Empoli il dì 6 luglio 1596. [6]
1833-1845: ricordata dal Repetti nel suo celebre “Dizionario”
Note e Riferimenti:
[1] Chiese,cappelle, e oratori del territorio empolese – W.Siemoni, 1997 S. Croce sull’Arno, pagg. 56 e 57; [2] ibidem [3] ibidem [4] Dizionario geografico fisico storico della Toscana – E. Repetti, Tomo II, Firenze 1835 [5] A.S.Fi, Cap. di Parte, Piante, t. 120 II° c. 303 [6] Rubrica n. 420 del testo Vecchie famiglie empolesi nell’inedito zibaldone d’un capitolare: parte 1 di 3, di Ercole Figlinesi.
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